Originale:
Seek for the Sword that was broken:
In Imladris it dwells;
There shall be counsels taken
Stronger than Morgul-spells.
There shall be shown a token
That Doom is near at hand,
For Isildur’s Bane shall waken,
And the Halfling forth shall stand.
Traduzione A/P:
Cerca la Spada che fu rotta,
A Imladris la troverai;
I consigli della gente dotta
Più forti di Morgul avrai.
Là un segno verrà mostrato,
Indice che il Giudizio è vicino,
Il Flagello d’Isildur s’è svegliato,
Ed il Mezzuomo è in cammino.
Traduzione F:
Cerca la Spada che ha subìto il danno:
A Imladris si trova;
I consigli lì presi metteranno
Morgul a dura prova.
Lì mostreranno un segno che il Giorno
Del Giudizio è imminente:
Il Flagello d’Isildur farà ritorno,
Col Mezzomo presente.
Schema rimico originale: ABCBADCD. Schema rimico A/P e F: ABABCDCD. Schema metrico: versi di varia lunghezza in tutte le versioni (alcune più di altre).
Seek for the Sword that was broken: la spada di Elendil, Narsil, fu spezzata in due durante il combattimento con Sauron (poche righe dopo si dice di Aragorn: He cast his sword upon the table that stood before Elrond, and the blade was in two pieces. `Here is the Sword that was Broken!’). In questo caso non prendiamo in considerazione i film di Peter Jackson in cui Narsil è frantumata in più pezzi. Una spada spezzata in due è a tutti gli effetti rotta. Una spada che ha subito “il danno”… si è spuntata? si è scheggiata? è saltato via un gioiello dall’elsa? ha preso la ruggine??? e qui non scendiamo nella vieta ironia sui rapporti dei carabinieri. Una nuova traduzione interessante poteva essere “Cerca la Spada Spezzata”, ottonario come nell’originale, con una bella allitterazione – se non fosse che “La Spada Spezzata” è già il titolo di un romanzo di Poul Anderson del 1954 (in inglese The Broken Sword), contemporaneo al SdA. Teniamo presente che da questa poesia consegue la definizione di Narsil nel resto del libro. A/P ci consegna “la Spada che fu Rotta”, solo una sillaba in più dell’originale, dal suono altrettanto epico. Nella traduzione F abbiamo da qui in poi il goffo e strascicato “la Spada che ha subito il danno”, tre sillabe in più, qualche volta con i trattini, qualche volta no. [Edit 11/2/20: è anche scorretto linguisticamente: was è un passato remoto, “ha subìto” è un passato prossimo.] Meglio A/P. Ma tanto, anche.
[Qui dobbiamo esprimere un dubbio a cui solo Fatica può rispondere. Nel commento alla canzone di Eärendil abbiamo scherzato sul fatto che magari Alliata l’ha lasciata per ultima, con le conseguenze del caso. Ora ci chiediamo se invece Fatica abbia tradotto PRIMA LE POESIE, arrabattandosi con la metrica come fanno tutti i traduttori, ma DOPO ha lasciato come traduzione definitiva quello che è stato costretto (?) a usare per le poesie, in modo da mantenere metrica e rima. La-Spada-che-ha-subito-il-danno è un esempio calzante di questo possibile modus operandi [edit 11/2/20]. Sappiamo per esperienza che per mantenere una rima o una scansione metrica ci venderemmo la nonna (scusa Miriel). Ma non al punto di inserire una frase scorretta, ridondante, grottesca per rendere un concetto semplice ed epico (The Sword that was Broken, MAI scritta con trattini) e poi tenerlo per tutto il libro! Dobbiamo capire se Fatica ha davvero scelto questa definizione di Narsil perché se no non gli veniva la rima, o se ha deciso a priori che era la traduzione migliore di The Sword that was Broken e ha tradotto la poesia di conseguenza. In entrambi i casi… non funziona.]
Stronger than Morgul-spells: temevamo orrori come nel film, “è un pugnale Morgul!” invece F si contiene con “i consigli… più forti di Morgul”, anche se va perso il concetto di incantesimi, che non c’è neanche in A/P. Alla pari.
There shall be shown a token / That Doom is near at hand: A/P è quasi letterale. F si spertica in un “Lì mostreranno un segno che il Giorno [profondo respiro] / Del Giudizio è imminente”, infilando nella semplicissima poesia un quasi endecasillabo. Metricamente poteva essere Lì mostreranno un segno / che il Giorno del Giudizio è imminente, ma poi la rima andava a ramengo (haha haha… ha?). Inoltre il semplice concetto del Fato (parzialmente associabile al Giudizio, e memore di Monte Fato) assume inopinatamente una sfumatura biblica che Tolkien non avrebbe mai voluto. Meglio A/P.
[Siamo in vena di incisi. C’è chi condanna a priori la traduzione Fatica per il politically correct e una presunta interpretazione LGBTQA+. (Non è sarcasmo, è un acronimo proposto dai membri stessi – a noi sembra ridondante, ma non è questa la sede.) Nella traduzione Fatica non c’è nulla del genere. C’è soltanto una ricorrente ignoranza – forse voluta? – di grammatica, sintassi e lessico della lingua inglese. La traduzione Fatica ci era stata propinata come il vero Tolkien, con sublime scorrevolezza e armonia di registri. NO. Se Fatica ha fatto apposta a fare errori che neanche in prima elementare, per ottenere un certo effetto, possiamo capire ma non approvare. Però vorremmo saperlo da lui. Prima o poi seguirà una Top Ten dei peggiori errori fatichiani in fatto di grammatica, sintassi, lessico e registro.]
And the Halfling forth shall stand: la frase dal registro antico ed epico (forth shall stand) è un riferimento diretto a Frodo, quando, al Consiglio di Elrond, letteralmente si fa avanti (forth) e si dichiara disposto a portare l’Anello alla distruzione. “In cammino” (A/P) non è una traduzione letterale né coincide con la scena del Consiglio di Elrond, ma qui si parla di un sogno di Boromir precedente alla sua partenza per Rivendell, quindi in quel momento Frodo poteva essere in cammino dalla Contea [edit 11/2/20 non abbiamo controllato la cronologia]. “Col Mezzomo presente”, non vorremmo dirlo, ma di nuovo è un rapporto dei carabinieri, non il registro dell’epica. Meglio A/P.
Ciao Kelo! Abbiamo rivisto il post (scriviamo sempre di corsa e spesso perdiamo pezzi per strada) e chiarito che “ottimo esempio” non significa ben riuscito ma calzante, cosa che certo avevi compreso,.. ma è sempre meglio evitare confusioni. Completamente d’accordo sulla necessità di leggere e comprendere prima il libro, non importa quanto “pesante”. Forse Fatica lo ha fatto; quello che ci lascia sempre più perplessi man mano che procediamo con l’analisi è l’incoerenza che attraversa tutta la sua “Compagnia dell’Anello”, per cui soluzioni oggettivamente buone si alternano ad abissi indicibili. Sicuramente “La Spada che ha subito il danno” è in alto nella nostra Top Ten, ma non si sa mai… continuiamo a trovarne di incredibili…
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Sì, certo, infatti non era assolutamente una critica a voi. A volte è facile dare per scontato delle cose che riteniamo ovvie, ma per altri magari non lo sono 🙂
Solo per questo ho preferito esplicitarlo. Per il resto, continuerò a leggervi! 🙂
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Ciao Figli di Fëanor! Sono molto contento di trovare qui questa poesia, perché è proprio una di quelle che avevo anch’io nel mirino – sarà perché ho appena finito di pubblicare l’ultima parte della mini-serie di analisi sulla poesia di Aragorn! 🙂
Fresco di queste conoscenze, indosso il cappello da critico letterario – seppur mi stia stretto, ma farò lo sforzo – e mi prendo la libertà di rispondere in luogo di Fatica. Recupero un estratto del vostro inciso per facilitare la lettura:
Dubbio lecito e domanda probabilmente solo provocatoria da parte vostra, si capisce. Forse sarò ridondante, ma vorrei comunque avanzare un chiarimento a beneficio di chi non abbia la benché minima idea dei processi traduttivi: intanto, il libro deve essere letto tutto, ovviamente prima di cominciare a tradurre. Non solo: deve essere anche il più possibile capito ed interpretato. In questo modo, il traduttore saprà cosa aspettarsi. E pur qualora così non fosse, il libro verrebbe poi revisionato; oltre che per spurgarlo il più possibile da errori e refusi, anche per consolidarne la coerenza interna, logica e stilistica. Quindi, a prescindere dall’ordine, le disomogeneità verrebbero uniformata. Fermo restando che è inenarrabilmente più facile ed immediato modificare la prosa, il dubbio non sussiste: se si vuol mantenere la coerenza, la poesia comanda.
Voglio dire SE si vuol mantenere la coerenza (semi-cit.)!
Infatti, nulla vieta di avere una bella versione (per così dire) canonica, salvo poi inserire un richiamo solo metaforico nel componimento: un po’ come “cupo bosco” potrebbe designare, all’occorrenza, tanto Bosco Atro che Boscuro (primissimo esempio che mi è venuto in mente). Lo stesso Fatica si è comportato in questo modo nella poesia di Aragorn, riferendosi a Narsil con «lama infranta».
A conti fatti, dunque, no, «La-Spada-che-ha-subito-il-danno» non è un ottimo esempio: è solo un obbrobrio ingiustificato ed ingiustificabile – e per questo motivo, sì che vorrei sentire le ragioni del traduttore; chissà che non possano farmi cambiare idea.
Per quanto riguarda la metrica, ci si può ingegnare in mille modi: io solo, nei ritagli di tempo di una settimana, ho prodotto una dozzina di adattamenti, che già sarebbero quasi un centinaio di versi (con almeno altrettanti che ne son rimasti fuori).
Il vero problema è la formulazione «scorretta, ridondante, grottesca per un concetto semplice ed epico». Avrei tanto da dire in merito a questo punto, ma – oltre ad aver già scritto a sufficienza per un commento – l’analisi è quasi autoevidente: il risultato parla da sé – avvallando l’assennata massima secondo cui «il silenzio è d’oro».
P.S. Attendo la Top Ten, sperando che questa défaillance possa meritare quantomeno il podio: non oso immaginar troppo di peggio.
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