La Principessa e il Principe: Fonti primarie

Il nostro interesse è il confronto testuale fra la traduzione Fatica e l’originale di Tolkien, ma in occasione della seconda partecipazione della Principessa Vittoria Alliata alla Voce di Arda sono emerse importanti fonti primarie sulle origini della traduzione Alliata che ci sembra appropriato riportare.

Queste fonti sono anche la ragione per cui ci riferiamo alla traduzione classica come Alliata o Alliata/Bompiani; la Principessa non desidera che ci si riferisca alla sua traduzione come Alliata-Principe. Noi onoriamo il suo desiderio, e preghiamo chiunque ci legga di fare la stessa cosa. Ci riconosceremo su FB.

Continua a leggere “La Principessa e il Principe: Fonti primarie”

Il volume unico e le edizioni inglesi

Il 28 ottobre è uscito Il Signore degli Anelli di Fatica in volume unico. Uno sguardo forzosamente rapido al testo e l’articolo AIST Esce il volume unico de Il Signore degli Anelli (28/10) ci hanno confermato che sono state apportate correzioni. Fra quelle da noi segnalate in questo blog, troviamo:

  • Aule con la maiuscola nella Poesia dell’Anello: ora è minuscolo. Bene, non sembra più una strizzatina d’occhio ai lettori del Silmarillion.
  • Merry e Pippin non sono più scambiati fra loro nella Compagmia.
  • Migliorato l’inizio di Eärendil (anche se c’è sempre quell’oziare), e Manwë è diventato Antico Re, più confacente di vecchio. Rimangono gli errori di traduzione di nor light he sought (oggetto di futuro studio) e jewels wan.

Tuttavia l’articolo AIST rivela un paio di cose che ci lasciano perplessi:

  • Evenstar (riferito ad Arwen) uniformato in Stella Vespertina come nel Ritorno del Re. Ci pare più goffo di Stella del Vespro (e più lungo: 6 sillabe al posto di 5) e la frase “la Regina Stella Vespertina” sembra uscita da un racconto per bambini.
  • Fell (crudele, feroce, spietato), prima tradotto con fero, è stato uniformato in fello. La spiegazione è identica a quella dell’articolo di Guglielmi (17/09), e anche la nostra risposta è la stessa. “Nel volume unico il traduttore ha rettificato la resa dell’Old English, preferendo un più letterale fello/a, parola italiana che ha la stessa etimologia dell’originale inglese (< felon < fel) e la stessa arcaicità. Nell’inglese moderno infatti l’aggettivo fell è considerato di uso poetico, ma Tolkien se ne infischia e lo usa nella sua prosa letteraria in almeno venti occorrenze. Fatica replica la scelta dello scrittore per dare alla prosa italiana lo stesso effetto arcaico che ha nell’inglese.” Non siamo convinti che a un anglofono fell suoni così brutto e incomprensibile come fello suona a noi personalmente, per quanto usato da Dante. Ricordiamo le parole di Tolkien nella Lettera 171: a real archaic English is far more terse than modern. Quindi l’italiano arcaico dovrebbe essere altrettanto limpido.

Nel frattempo siamo venuti a sapere da fonti varie che, come è ovvio, anche le edizioni ORIGINALI di The Lord of the Rings hanno sempre contenuto refusi e varianti. Quindi ci vorrebbe uno studio preciso su quale edizione seguisse Alliata quando traduceva per Astrolabio e successivamente per Bompiani, e quale abbia seguito Fatica. Purtroppo è un lavoro troppo pesante per noi, ma vi segnaleremo istanze particolari quando ne verremo a conoscenza.

E basta con ‘sti 15 anni!

Va bene, Alliata era una teenager quando ha tradotto il SdA. FORSE lo abbiamo capito. Fa parte della storia italiana di Tolkien; lo racconta lei stessa; e in questi tempi illuminati da un nuovo Sole lo menzionano TUTTI, in genere per screditare la sua traduzione e tutti noi che la amiamo, scimmiottando in tal modo Fatica che accusa perfino un 33enne Cesare Pavese di essere troppo giovane.

L’intervento di Alliata in radio è stato ascoltato e giudicato da molti, legittimamente; un po’ meno legittimi i commenti “Io non c’ero ma.” Vogliamo stendere un resoconto. Per fortuna abbiamo anche una vita, quindi non possiamo farlo subito, ma intanto cominciamo a toglierci qualche sassolino, perché abbiamo quasi mandato a quel paese Mamma che ha avuto la sfortuna di rivolgerci la parola mentre leggevamo l’ennesimo riferimento ai 15 anni. E non si manda impunemente a quel paese Nerdanel. Per un po’ riusciremo a scrivere solo stando in piedi.

L’edizione Astrolabio è del 1967. Alliata aveva 17 anni. NON E’ QUESTO IL PUNTO. Avrebbe potuto avere 40 anni e l’esperienza di un Umberto Eco, e IL RISULTATO SAREBBE STATO ESATTAMENTE LO STESSO. Perché le condizioni di lavoro del 1967 erano:

  • Niente computer, solo macchine da scrivere, tempistica ridottissima (marzo/aprile – circa ottobre 1967, da Tolkien e l’Italia di O. Cilli, pp. 127, 139).
  • Niente internet. Detto tutto.
  • NIENTE SILMARILLION.
  • Nessun gruppo di studiosi e traduttori tolkieniani a cui appoggiarsi.
  • C’era ancora Tolkien! La corrispondenza fra lui e Alliata è scomparsa, e su questo ci sono più teorie di complotto che sull’assassinio di JFK. Ognuno può dire la sua finché il carteggio non ricompare. Però se anche si fossero sentiti per telefono ogni giorno, è fisicamente impossibile che Alliata potesse chiedergli spiegazioni su qualsiasi dubbio. Anche perché certe cose potevano sembrare chiare: in “As through the Calacirian” (Canzone di Eärendil) bisogna conoscere il Silmarillion per sapere che as in questo caso significa mentre e non come. Quest’ultimo errore, Alliata L’HA RICONOSCIUTO IN RADIO. Alla faccia delle pretese di infallibilità di cui viene accusata!

Quindi per favore, il prossimo che nomina i 15 anni indirizzatelo qui che ci pensiamo noi. Per ora può bastare. Andiamo a mettere un po’ di ghiaccio sul retrotreno giustamente percosso da Mamma.

Aurë entuluva!