E basta con ‘sti 15 anni!

Va bene, Alliata era una teenager quando ha tradotto il SdA. FORSE lo abbiamo capito. Fa parte della storia italiana di Tolkien; lo racconta lei stessa; e in questi tempi illuminati da un nuovo Sole lo menzionano TUTTI, in genere per screditare la sua traduzione e tutti noi che la amiamo, scimmiottando in tal modo Fatica che accusa perfino un 33enne Cesare Pavese di essere troppo giovane.

L’intervento di Alliata in radio è stato ascoltato e giudicato da molti, legittimamente; un po’ meno legittimi i commenti “Io non c’ero ma.” Vogliamo stendere un resoconto. Per fortuna abbiamo anche una vita, quindi non possiamo farlo subito, ma intanto cominciamo a toglierci qualche sassolino, perché abbiamo quasi mandato a quel paese Mamma che ha avuto la sfortuna di rivolgerci la parola mentre leggevamo l’ennesimo riferimento ai 15 anni. E non si manda impunemente a quel paese Nerdanel. Per un po’ riusciremo a scrivere solo stando in piedi.

L’edizione Astrolabio è del 1967. Alliata aveva 17 anni. NON E’ QUESTO IL PUNTO. Avrebbe potuto avere 40 anni e l’esperienza di un Umberto Eco, e IL RISULTATO SAREBBE STATO ESATTAMENTE LO STESSO. Perché le condizioni di lavoro del 1967 erano:

  • Niente computer, solo macchine da scrivere, tempistica ridottissima (marzo/aprile – circa ottobre 1967, da Tolkien e l’Italia di O. Cilli, pp. 127, 139).
  • Niente internet. Detto tutto.
  • NIENTE SILMARILLION.
  • Nessun gruppo di studiosi e traduttori tolkieniani a cui appoggiarsi.
  • C’era ancora Tolkien! La corrispondenza fra lui e Alliata è scomparsa, e su questo ci sono più teorie di complotto che sull’assassinio di JFK. Ognuno può dire la sua finché il carteggio non ricompare. Però se anche si fossero sentiti per telefono ogni giorno, è fisicamente impossibile che Alliata potesse chiedergli spiegazioni su qualsiasi dubbio. Anche perché certe cose potevano sembrare chiare: in “As through the Calacirian” (Canzone di Eärendil) bisogna conoscere il Silmarillion per sapere che as in questo caso significa mentre e non come. Quest’ultimo errore, Alliata L’HA RICONOSCIUTO IN RADIO. Alla faccia delle pretese di infallibilità di cui viene accusata!

Quindi per favore, il prossimo che nomina i 15 anni indirizzatelo qui che ci pensiamo noi. Per ora può bastare. Andiamo a mettere un po’ di ghiaccio sul retrotreno giustamente percosso da Mamma.

Aurë entuluva!

L’Eärendil Dimezzato

Venerdì mattina la nostra Paola Cartoceti era più ansiosa del solito, e quindi, come farebbe chiunque, per calmare i nervi si è messa a ritradurre la Canzone di Eärendil senza guardare Alliata/Bompiani, anche per capire meglio cosa avesse combinato Fatica e aggiungere dati alla sua già biblica conferenza/saggio su Eärendil. La scoperta clamorosa è stata che – per usare ancora una volta i conteggi che Fatica tanto ama – Fatica salta una media di 10 parole o descrizioni per stanza, a tutti gli effetti dimezzando la poesia.

Si direbbe che lo faccia per rientrare in un metro angusto ed ermetico che pare più un suo esercizio di stile autoreferenziale che un tentativo di rendere nel modo più elegante e comprensibile quello che è il culmine del Silmarillion, l’ascesa di un Silmaril in cielo come segno di speranza e di vittoria finale sul Male.

Mica pippe.

Mentre Paola era persa in questo lavoro rilassante (rendetevi conto che quella come favole della buona notte si legge Stephen King, capite con chi ci tocca lavorare?) le ha telefonato Vittoria Alliata. Lei non ne parla per umiltà, sociofobia e puro terrore sacro, ma noi possiamo dirlo perché siamo Noldor estroversi e felici per lei: ormai si sente con la Principessa, che a suo dire è una persona deliziosa, di un’energia travolgente, e con l’apertura mentale necessaria per accogliere suggerimenti da semplici artigiani della traduzione e dello studio tolkieniano quali siamo noi e Paola. Infatti sembra che loro due, partendo dall’ignoranza di Fatica del Silmarillion e dalla mancata revisione di AIST,  si siano lanciate in una discussione su Eärendil, con Paola che aveva il suo file aperto davanti e citava a memoria la traduzione Alliata, e la Principessa in persona che prendeva nota delle parti salienti del confronto con Fatica.

Son bei momenti.

Per questo, venerdì sera in radio la Principessa ha citato Paola sull’ignoranza del Silmarillion da parte di Fatica, menzionando in particolare “il Vecchio Re” (Elder King = Manwë, creatura angelica e quindi senza età) che lei stessa ha tradotto in maniera sublime con “il Remoto Re”, e senza sapere nulla del Silmarillion! Ma siccome non sappiamo se la Principessa abbia anche parlato in radio delle parole mancanti, perché in quel momento la solita gatta minacciava di mangiarsi il PC se non le davamo la pappa, postiamo qui sotto uno screenshot del file di Paola:

earendil parole mancanti

In giallo le 13 parole o frasi, su 20 versi, che Fatica NON HA TRADOTTO. Sulla colonna di destra sono segnati in verde (perché il rosso diventa illeggibile) passi problematici, fra cui jewels wan / gemme stingono, che è un errore di grammatica perché wan = pallido è un aggettivo, non un verbo, posto dopo il sostantivo da Tolkien per ottenere un effetto arcaico ed epico. (I punti 2 e 2a si riferiscono a dubbi metrici che non capiamo neanche noi.)

Edit: Si noti anche che Fatica non ha tentato neanche di mantenere le allitterazioni (he Back was Borne) se non dove non ci sono (Piagge Perlee, forzatissimo) o le rime interne (shores / before). Curioso da parte di uno che insiste tanto sulla “poesia contenuta nella prosa di Tolkien” e su quanto si sia sforzato in cerca di soluzioni metriche elaborate per le poesie, che le rendono a volte del tutto incomprensibilli (dietro l’abietto, l’oste appetto).

Il file è molto più lungo e contiene anche la traduzione testuale di Paola, che per il momento vuole tenere per sé, per rispetto verso la Principessa e per eterna insoddisfazione, ma prima o poi gliela strapperemo dalle grinfie. Ci siamo rassegnati a questa sua passione per Eärendil, considerando quel meticcio (come direbbe Wu Ming 4) come un mero supporto per il NOSTRO Silmaril, oppure introducendo il concetto di PRESTITO che non è coperto dal Giuramento. E poi i suoi due figli sono talmente adorabili che non lo si può odiare del tutto.

Conclusione:

La Canzone di Eärendil è un passo cruciale del SdA. Chi comincia a leggere il SdA dovrebbe poterla comprendere, di certo testualmente, cosa che con Fatica è impossibile. Inoltre andrebbe spiegato in nota il suo significato profondo per il Silmarillion… O no? In fondo la Canzone è udita da Frodo che non ne capisce nulla, quindi forse il lettore dovrebbe mantenere la stessa ignoranza di Frodo? Oppure, ai giorni nostri in cui esiste la HoME, varrebbe la pena di aggiungere alla Canzone una serie di note che spiegano come essa sia legata al Silmarillion? Questa è una domanda per futuri editori. Non abbiamo una risposta; per ogni evenienza, noi e Paola stiamo preparando una traduzione comparata e annotata. Prima o poi potrebbe venire utile.

Aurë entuluva!

Commento testuale: La Canzone di Eärendil (selezione)

Originale:

Eärendil was a mariner
that tarried in Arvernien;
he built a boat of timber felled
in Nimbrethil to journey in
(…)

They clothed him then in elven-white,
and seven lights before him sent,
as through the Calacirian
to hidden land forlorn he went.
He came unto the timeless halls
where shining fall the countless years,
and endless reigns the Elder King
in Ilmarin on Mountain sheer;
and words unheard were spoken then

of folk of Men and Elven-kin,
beyond the world were visions showed
forbid to those that dwell therein
(…)

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