Storia di un orsacchiotto di peluche (parte seconda)

Dedicato a Cla –

La tua esperienza, bambina. L’amica quasi d’infanzia, l’amica delle medie, quella con cui condividi le cotte per gli eroi immaginari, dormi nel lettone di tua zia con il televisore, punti la sveglia per guardare l’ultimo GP di Formula 1 sperando che vinca il vostro preferito, lei si riaddormenta e tu guardi e gioisci per due. L’amica che trova il ragazzo prima di te e le crisi di gelosia, ma poi ci rifai la pace perché tu e lei siete uguali. L’amica con cui viaggi per mezza Europa, a cui puoi dire “Ci vediamo a Schiphol” e lei è lì al terminal con l’altra complice.

L’amica che quando tu scopri il Signore degli Anelli diventa matta, può citare qualsiasi cosa quasi meglio di te, ma per qualche motivo si fissa su “Oh Tom Bombadil Tom Bombadillo”. E anche su “Fredda la mano il cuore e le ossa”. Poi succede la vita, le cose belle e brutte, la perdi di vista come tutti gli altri che non hai saputo coltivare.

Ma quel Whatsapp ogni sei mesi, quelle promesse di rivedervi sul mare. E tu sai MATEMATICAMENTE che quando vi troverete di fronte in stazione la prima frase sarà “Oh Tom Bombadil Tom Bombadillo”.

Poi citerete un’altra passione comune e un recente dolore: “E tutti quei momenti andranno perduti nel tempo, come lacrime nella pioggia.”

NO. Quei momenti non andranno perduti, non importa quanto ci venga ripetuto che sono orsacchiotti di peluche.

Parte Prima

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