Abbiamo appena finito di seguire l’intervento di Fatica a Trento. Ovviamente posteremo un’analisi più dettagliata in un futuro articolo, ma il succo può essere riassunto in poche parole.
Fatica ha esordito con una serie di critiche a Tolkien da parte di altri scrittori e intellettuali. Un accenno agli anacronismi gli ha permesso di introdurre lo stesso intervento di Parma e Modena; solo che questa volta aveva davanti uno script (il futuro saggio sulle scelte traduttive, come avevamo auspicato?) e non ha potuto dilungarsi in risatine e battute sconcie. In breve, Tolkien è incoerente perché usa soul bla bla; praticamente non potrebbe usare nessuna parola che non fosse in uso nel Medioevo, come “matita”. Ha commentato un paio di proprie scelte, già sentite anche quelle; un po’ poco per un intervento intitolato Fidarsi del racconto: ritradurre Il Signore degli Anelli.
Il nostro Enrico Spadaro ha chiesto se Fatica conosce le parole fëa e hroa (anima e corpo). Risposta: no. Peccato che non abbiamo avuto la presenza di spirito di cambiare schermo e guardare la faccia di Arduini.
Ma soprattutto, è stata posta la domanda cruciale:
Fatica ha capito che Tolkien finge di tradurre in inglese CORRENTE un manoscritto in Ovestron?
La domanda è stata dapprima accantonata, forse Ovestron era una parola troppo difficile (dev’essere qui che Fatica ha risposto “Non ho capito la domanda”, ma controlleremo), poi ripetuta in parole da prima elementare e ignorata; infine ha fatto irruzione al microfono la nostra Costanza Bonelli, che ha cercato di spingere Fatica a rispondere direttamente. Soprattutto sul fatto che Tolkien in originale è perfettamente comprensibile in inglese. Fatica ha ribadito che non è vero, Tolkien è del tutto incomprensibile, ci sono interi dizionari etc. Costanza gli ha chiesto a che tipo di lettore si rivolge. “Non ho capito la domanda”. Lei lo ha quasi ammazzato e il moderatore ha fermato tutto.
Fatica è stato seguito dal traduttore di “Beren e Lùthien”, Luca Manini, calmo, professionale, competente, umile. Detto tutto.