Il lavoro continua. Improvvisamente una traduzione bella o brutta sembra un problema secondario, quasi meschino, e la nostra soglia di concentrazione è al minimo. (Stiamo tutti bene, malanni stagionali a parte; è la testa che va.) Ma non è una semplice traduzione: è Tolkien. Colui che ci ha dato tante emozioni e che ci ha consolato in tanti momenti brutti. Forse ora più che mai il mondo ha bisogno di Tolkien, e ci piacerebbe che l’Italia in particolare potesse apprezzarlo nella forma migliore, o quanto meno avvicinarsi con gli occhi ben aperti alla nuova traduzione, sapendo che dietro c’è molto, ma molto di più. Cercare di leggere Tolkien in inglese potrebbe essere un’attività proficua se ci si annoia chiusi in casa.
Così abbiamo ancora una volta aggiustato il tiro. Il nostro scopo primario non deve essere la lode ad Alliata o le critiche a Fatica, ma la difesa di Tolkien. Questo comporta inevitabilmente l’approccio testuale alla traduzione Fatica, che però non deve essere fine a se stesso, e che oggi per noi entra in una nuova fase. Con questo il Professore è di nuovo al nostro fianco, in un modo o nell’altro.
Con questo post iniziamo un confronto riga per riga fra l’originale di Tolkien e la traduzione Fatica. Eviteremo di fare riferimento ad A/P se non quando necessario. Se possibile non entreremo nel dettaglio delle etimologie per brevità, e sicuramente prenderemo cantonate, come direbbe Gandalf; chiediamo il vostro aiuto per rimediare alla nostra incompetenza. Nel post introduttivo avevamo manifestato il tipico hubris di Noldor auspicando di poter produrre una traduzione alternativa di TUTTO il testo. Ovviamente non ce la faremo, neanche in 7 più collaboratori. Però è in lavorazione un progetto comune di cui ancora non sappiamo dire con precisione, ma vi terremo aggiornati.
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